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REGISTRO NAZIONALE FIAT 124 SPORT SPIDER

Ultimo aggiornamento: martedì 8 ottobre 2024

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25 agosto 2011

Agosto 2011: QUARANTA, E NON LI DIMOSTRA


Giungere al quarantesimo raduno in venti anni di attività ed avere la freschezza e l’entusiasmo dei debuttanti. Questo è lo spirito con cui l’ultimo week-end di maggio ha salutato l’evento del Registro 124 Spider.

L’incontro ha avuto come teatro le terre di Romagna in un fine settimana che le previsioni davano come fortemente perturbato e con le temperature massime in calo di almeno 10 gradi sulle medie dei giorni precedenti. Evidentemente il Presidente Alberto Brancolini ed i suoi più stretti collaboratori-amici-organizzatori hanno dato fondo a tutti gli esorcismi conosciuti, dato che una provvidenziale corrente di alta pressione ha cacciato la perturbazione incombente. Fatto sta che dopo un venerdì di pioggia e grandine, il sabato si è aperto con un cielo più che mai limpido ed una temperatura degna delle migliori trasferte a capotta abbassata. Raduno fissato a Riolo Terme per le prime ore del pomeriggio di Sabato 28 maggio; alla spicciolata fin dal mattino i primi equipaggi raggiungono la zona, via via aggregandosi in attesa dell’inizio della manifestazione, che puntualmente si apre all’ora prevista con il saluto di Alberto; i numeri della manifestazione: 20 (anni) – 40 (raduni) – 80 + 50 (i chilometri che percorreremo) – 28 (le auto) – 60 (i partecipanti) – immenso (l’entusiasmo di ritrovarsi tra amici).

Tra le spider, una mascotte d’eccezione: una Rolls Royce Corniche convertibile, che ci ha scortato nei due giorni del Raduno, oltre ad una Fulvia Coupé ed una Barchetta, gemellaggi di rivalità sportiva l’una e di continuità di Marchio l’altra. L’avvenimento ha come filo conduttore il ricordo di Lorenzo Bandini, sfortunato pilota Ferrari nativo di questi suggestivi luoghi.

Prima tappa, infatti, Riolo Terme – Brisighella, paese dove visse Bandini e dove veniamo accolti dalle autorità comunali come dei vecchi amici. Ci viene presentato in sala Consiliare il Trofeo Lorenzo Bandini, manifestazione annuale che vede il paese diventare per un giorno il ritrovo di coloro che fanno la Formula Uno, un rito sportivo durante il quale è possibile incontrare, avvicinare e stringere la mano, strappare un autografo ai protagonisti di quel mondo che fa sognare ognuno di noi appassionato di motorismo. Dal 1992 ad oggi ogni anno viene premiato un pilota, da Ivan Capelli a Schumacher, da Jacques Villeneuve a Fernando Alonso, da Giancarlo Fisichella a Lewis Hamilton e via via tutti i campioni del Circus. E con loro vengono ricordati anche tutti gli altri attori del mondo della Formula Uno.

Brisighella è un antichissimo borgo medioevale, con viuzze acciottolate, case addossate e scavate nelle rocce di gesso e con mura e bastioni difensivi; esiste anche un luogo unico e straordinario: una strada sopraelevata e coperta che si affaccia sulla piazza sottostante con finestre a mezzaluna, l’antica “via degli asini”, così rinominata in antichità perché vi abitavano famiglie di “birrocciai” che traevano sostentamento dal trasporto del gesso estratto nei pressi dell’antico centro abitato. Questi lavoratori avevano le stalle per le loro bestie, soprattutto asini, di fronte agli archi delle finestre, da cui l’insolito nome “Via degli asini”, mentre le loro abitazioni erano poste al piano superiore. I carri da trasporto (birrocce) venivano custoditi negli stanzoni sottostanti, a livello della piazza. Lasciamo Brisighella per Modigliana e Tredozio, dove è fissato uno spuntino ed un raffreddamento dei nostri radiatori: la giornata è veramente da spider ed il paesaggio dell’Appennino Tosco Emiliano ispira solo serenità : morbide colline costellate da vigneti (siamo nella patria del Sangiovese) oliveti e ciliegi, in una sequenza di tonalità di verde, interrotto solo dal caldo colore delle rare costruzioni che sembrano volersi mascherare nella natura.

Sono in questi territori gli antichissimi insediamenti dei coloni – pastori provenienti dalla Ciociaria in cerca di nuovi pascoli per i loro animali, che salivano al nord percorrendo i crinali di queste colline, dato che la pianura era ancora occupata dalla palude delle Valli di Comacchio e quindi malsana. Ultima destinazione della giornata Castrocaro Terme, dove nelle vicinanze sono fissate cena e pernottamento.

Serata conviviale, che accomuna gli equipaggi e che impone una riflessione: la 124 spider è una strana bestia; non è solo un’auto d’epoca, ma è l’oggetto di una passione, di un desiderio di chi non l’ha posseduta a suo tempo, di chi l’ha posseduta e l’ha conservata, di chi ne ha avuta una e adesso l’ha ricomprata, di chi ne conserva un ricordo particolare, ma anche (ed è la cosa più bella) la conquista da parte di giovani appassionati che hanno imparato ad amarla oggi per quello che è ancora, per lo stile e la classe più che mai attuale che quest’auto mantiene e loro stessi hanno acquisito una conoscenza di ogni particolare e una passione per il raggiungimento della perfetta messa a punto che, presuntuosamente, pensavamo fosse una prerogativa di noi vecchi spideristi coi capelli bianchi... magia di una spider! La domenica mattina riaccendiamo i motori per il prosieguo del Raduno. Direzione Predappio per poi salire verso Rocca delle Caminade.

Qui si impone una nota di colore. La Predappio – Rocca delle Caminade era una gara storica, una cronoscalata famosa come la Cesana – Sestriere, come la Agordo – Frassenè, una di quelle gare in salita che vedevano certamente le blasonate Scuderie cimentarsi in appassionanti dispute all’ultimo bullone (la Lancia S 4 detiene il record con la somma di due salite in 5’ 18”), ma che hanno visto, in tempi anteriori, anche le elaborazioni più artigianali sulle 600 truccate da 750 Abarth, le 1100 TV, le 1000 TT NSU, le Renault Gordini, nel più genuino e passionale spirito motoristico di questi luoghi, che ancor oggi si respira.

Su questa salita non lunghissima e con il fondo un po’ sconnesso, ma con 27 tornanti veramente esaltanti, mi son trovato davanti il mio amico Mario: lui con i cerchi Campagnolo appena montati ed io con i carburatori appena rialesati, due “interventi” da testare : un cenno di intesa ed il percorso è diventato particolarmente divertente in una sequenza di rapide strappate e staccate appena prima di riaffondare il piede sull’acceleratore; seconda e terza, con un occhio alla lancetta del termometro dell’acqua, per non esagerare, ma comunque con l’entusiasmo di due ragazzini, contagiati dallo spirito che aleggia in queste terre di motori. Arriviamo a Meldola, antichissima cittadina, le cui origini risalgono addirittura al 900, come feudo della Chiesa Ravennate, per passare nel 1200 sotto i possedimenti di Federico II.

Varie dominazioni e vicissitudini la vedono passare nel 1860 per plebiscito sotto lo Stato Italiano. Ogni suo angolo parla della sua storia, ma ne conserva anche la struttura, per cui far parcheggiare tutti i partecipanti in piazza è stata la massima espressione delle capacità organizzative di Alberto e seguaci. La visita alla Rocca e al Museo del Baco da Seta sono stati due momenti di raro interesse ed unica occasione per godere una volta di più della squisita ospitalità della gente di Romagna. Partiamo alla volta di Bertinoro, anche qui scollinando i crinali appenninici e gustando dei profumi di queste terre, salutati dalla gente che un po’ stupita vede passare il lungo serpentone di spider luccicanti al sole (forse qualche accidente ce lo siamo meritato, dato che i nostri bialbero bevono solo benzina adittivata e un po’ puzzosa).

A Bertinoro piombiamo nel bel mezzo di un matrimonio, tanto per incrementare il già compromesso traffico. Gli sposi, all’uscita della Chiesta, trovano noi mescolati con i loro invitati; la loro auto era un Maggiolino, tutto avvolto nel domo pack e riempito di palloncini colorati: naturalmente le chiavi erano nascoste in un palloncino...

Occasione in più per gustare la genuina e spontanea freschezza di questa Gente. Lasciamo gli Sposi e Bertinoro per raggiungere il Ristorante che vedrà l’epilogo del nostro incontro, non prima di invadere, famelici ed assetati, una Cantina della zona: Cantina Paradiso. Rare sono state le occasioni per incontrare una tradizione di vinificatori così raffinata ed esperta: oltre a possedere una collezione di vini particolarmente pregiata producono, tra gli altri, un vino particolare, il Barbarossa, ottenuto da un vitigno che si dice sia stato selezionato dall’imperatore stesso e che di famiglia in famiglia questi viticoltori si sono tramandati e mantenuto vivo fino ad oggi.

Ci siamo poi ritrovati a tavola, per rivivere ogni momento del Raduno, per rinnovarci l’impegno di ritrovarci al prossimo e per ringraziare Alberto di come riesca a mantenere così vivo lo spirito di squadra, che fa sempre più proseliti nel mondo degli appassionati dei motori di un tempo. Anche lui ci ha ringraziato: ha premiato Alessandro, che ha festeggiato il suo quarantesimo Raduno – non ha perso uno, e ha premiato ognuno di noi, come sempre facendo qualcosa di particolare: con una Ferrari 1:43 della Bumm, fabbrica di modellini che abbiamo visitato in un precedente incontro, in confezione personalizzata Registro 124 Spider: la Ferrari è la 156 Nr. 8 con cui Lorenzo Bandini vinse il G.P. d’Austria del 1964. E la storia continua...

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