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2 luglio 2005

Aggiornamento sulla legge Magnallbò-Salvi


Carissimi Amici,
desideriamo rendervi partecipi di alcune considerazioni su un argomento che ci accomuna: il futuro delle auto d’epoca.
E’ passato un anno e mezzo da quando la legge Magnallbò-Salvi ha mosso i primi passi.
Da subito abbiamo riscontrato elementi di incongruenza all’interno del disegno di legge.
Tra l’indifferenza incosciente dei più e gli ambigui plausi da parte dei media, l’iter del decreto legge che intende limitare la libera circolazione a vetture d’epoca superiore ai 1300 cc, è arrivato ai giorni nostri.
Durante il percorso parlamentare sono state apportate alcune modifiche, non si parla più ad esempio di divieto di circolazione solo nei centri storici, ma bensì il divieto è allargato alle intere aree urbane.
Rimane sempre la disomogeneità circa la possibilità di circolazione in un comune piuttosto che in un altro, una regione piuttosto che in un'altra.
Così mentre la Regione Veneto ha concesso il placet affinché tutte le vetture storiche possono circolare sempre e dovunque, in altre città la loro circolazione è fortemente a rischio.
Rimane infine ancora il vero problema posto dal disegno di legge in esame, cioè la ignobile distinzione fra le vetture fino a 1300 cc. con più di 25 anni di età e tutte le altre.
Discriminazione che per stessa ammissione dei legislatori non si ha alcuna intenzione di rimuovere, nonostante per più di un anno abbiano lasciato intendere negli incontri con gli appassionati e nelle varie dichiarazioni alla stampa che avrebbero preso in considerazione questa eventualità!
Questa situazione di sconsiderata differenziazione è stata intelligentemente evidenziata anche dalla rivista specializzata Grace nel numero di giugno 2005.
Ultima annotazione, molti tendono a presentare questo disegno di legge come “Europeo”, nel senso che omogeneizzerà tutta la normativa continentale in materia di veicoli storici.
NON E’ COSI’ !!!!
Il Decreto Legge è stato semplicemente presentato in commissione, da lì a venire approvato ce ne corre …
Dubitiamo fortemente che nazioni come Inghilterra, Francia, Germania, dove le auto d’epoca sono tenute in grande considerazione, accetterebbero una discriminazione fra vetture di cilindrata diversa, imposta per legge, con conseguente “soppressione democratica di fatto” dei veicoli di maggior interesse storico.
Gli stranieri amano troppo viaggiare con le loro auto storiche per condividere determinazioni legislative formulate in antitesi alle loro esigenze.
Ci preme evidenziare che in Europa, Italia esclusa, nessun Paese pone limitazioni di nessun genere al traffico veicolare.
In questi stessi Paesi però c’è una coscienza civile ecologica ben più forte, rappresentata da leggi e strumenti molto più efficaci nella lotta contro l’inquinamento atmosferico.
L’appassionato di auto d’epoca non è un egoista che pensa solo al proprio giocattolo a scapito della salute propria e altrui.
Non riusciamo a comprendere come mai i legislatori non si rendano conto che l’uso delle auto d’epoca è già regolamentato dai propri possessori.
Questi veicoli che ricordiamo rappresentano solo lo 0,4% di tutto il Parco auto nazionale, non circolano abitualmente tutti i giorni, anzi percorrono una media sì e no di 1.000 km all’anno, raramente sono impegnati ad affrontare affannosi ingorghi nei centri cittadini, per questo riteniamo che il libero uso delle auto d’epoca non determini un aumento dell’inquinamento atmosferico.
Nell’indifferenza generale le più belle vetture d’epoca rischiano di circolare esclusivamente per partecipare a raduni preventivamente concordati con le autorità locali!
Questo determinerebbe la morte di una bellissima e sana passione improntata alla cultura, alla storia, al costume, alla convivialità.
Con questa lettera non è nostra intenzione fomentare “rivoluzioni di piazza” ma sensibilizzare l’opinione pubblica su un provvedimento assurdo.

Cogliamo l’occasione per porgere cordiali saluti

Michele Franzini, Alberto Brancolini

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